SPORT MENTE BENESSERE E PRESTAZIONE
DI Gianfranco Gramaccioni

Cos’è l’allenamento mentale

I programmi di preparazione mentale dello sport sono nati dall’osservazione di atleti di élite che erano in grado di gestire in modo ottimale le situazioni di difficoltà legate alla gara, superare i momenti critici, gestire lo stress, mantenere elevata la concentrazione o recuperarla rapidamente dopo una distrazione.

I primi studi quindi derivano dall’analisi condotta su atleti di alto livelloper cercare di individuarne le loro caratteristiche psicologiche che contribuivano a “fare la differenza” rispetto ad atleti di livello inferiore. Dalle osservazioni si evidenziava che gli sportivi di livello elevato sviluppavano, dopo numerosi anni di esperienza, strategie mentali, spesso utilizzate anche spontaneamente, per cercare di gestire al meglio le richieste legate alla competizione.

Da queste osservazioni “sul campo” condotte ormai molti anni fa da alcuni ricercatori  e dalle numerose ricerche successivamente effettuate, si è visto come queste abilità, spesso spontaneamente ed inconsapevolmente gestite dagli atleti, potevano essere sviluppate ed allenate anche negli atleti che ne erano carenti.

Una prima definizione a mio avviso utile per cercare di comprendere meglio questo argomento è quella data ormai molti anni fa da un psicologo dello sport, lo svedese Uneståhl, che nel 1983 definiva il Mental Training come una serie di tecniche psicologiche mirate al controllo e/o al cambiamento di comportamenti e di esperienze esterne, interne, fisiche, mentali di un individuo: si tratta di un allenamento sistematico di abilità mentali, in grado di modificare atteggiamenti e strategie, basato sul principio  che le capacità mentali possono essere gestite esattamente allo stesso modo delle capacità fisico-motorie.

L’allenamento mentale va quindi ad affiancarsi all’allenamento tecnico, relativo all’apprendimento e al mantenimento delle tecniche di base e delle strategie necessarie nella nelle singole discipline, e a quello fisico, che consente all’atleta di migliorare abilità come la forza, la velocità, la resistenza, le capacità coordinative, necessarie alla prestazione. Lo scopo di un programma di allenamento è quello di portare l’atleta al massimo della propria potenzialità atletica; ciò si ottiene abitualmente tramite programmi  di preparazione fisica e tecnico-specifica, diversi a seconda della disciplina praticata; l’altro aspetto dell’allenamento dovrebbe quindi essere costituito dalla preparazione mentale: quest’ultima purtroppo è spesso trascurata o limitata a qualche consiglio basato sull’esperienza dell’allenatore.

Le abilità mentali vanno invece allenate costantemente al pari di quelle fisiche e tecniche: l’allenatore pertanto dovrebbe inserire un giusto spazio nel proprio programma, da dedicare all’allenamento delle mental-skills.

In Psicologia dello Sport si utilizza anche il termine Psychological Skill Training per indicare un allenamento sistematico delle abilità psicologiche, le quali assieme alle abilità fisiche e alle abilità tecniche e tattiche (che in genere rappresentano la parte preponderante dell’allenamento) vanno a contribuire al miglioramento della prestazione dell’atleta.

Molte tecniche di intervento psicologia dello sport hanno l’obiettivo di insegnare all’atleta come affrontare lo stress della gara, ridurre l’ansia e cercare di migliorare la prestazione, ma in realtà questi sono solo alcuni degli aspetti psicologici importanti che spesso, se non ben gestiti, possono danneggiare consistentemente la prestazione; infatti l’osservazione sul campo degli atleti ha permesso di identificare altre importanti strategie di preparazione mentale utili alla prestazione.

Anche se i vari autori hanno proposto programmi di preparazione mentale apparentemente diversi, in pratica quasi tutti hanno in comune queste strategie:

  • Tecniche di gestione dello stress e delle emozioni
  • Corretta e sistematica definizione e programmazione dei personali obiettivi (goal setting)
  • Tecniche di Imagery  (si tratta in pratica di tecniche di visualizzazione che possono essere utilizzate per varie finalità tra cui, ad esempio, l’allenamento tramite ripetizione mentale di un gesto tecnico o l’utilizzo delle immagini mentali, in una specie di “filmato interiore”, per prepararsi mentalmente alla gara o affrontare situazioni difficili)
  • Self-talk (è l’utilizzo del proprio linguaggio interiore, che tramite specifiche strategie può favorire l’apprendimento di abilità, la correzione degli errori, il controllo dell’attenzione, lo sviluppo di emozioni positive ed il miglioramento della fiducia)
  • Autoregolasione dell’Arousal (che, anche se semplicisticamente, può essere definito come l’intesità della propria attivazione psicofisica)
  • Allenamento della concentrazione

Una più recente definizione definizione del mental training è quella data da Weinberg & Gould (2019) che lo presentano come “il sistematico e specifico allenamento di abilità mentali o psicologiche con lo scopo di migliorare la performance, con il principale obiettivo di aumentare il piacere e raggiungere una crescente soddisfazione nella pratica delle attività fisiche e sportive”. Quindi l’allenamento costante delle abilità mentali oltre a contribuire a migliorare la prestazione consente a chi pratica una qualsiasi disciplina sportive ed a qualsiasi livello, di praticarla traendone anche piacere e soddisfazione personale, che sicuramente contribuiscono a sviluppare un atteggiamento positivo e a migliorare il propio benessere psicofisico.

Nel mio recente libro: “la preparazione mentale nello sport e nella vita, guida pratica per allenatori atleti e non atleti“, puoi trovare una descrizione essenziale delle abilità e delle strategie necessarie per realizzare un programma di preparazione mentale, unitamente ad indicazioni per approfondire  i vari argomenti.